Benelli TRK 502
All’interno della Benelli TRK 502 si scopre un motore che gira a pieno regime, una maneggevolezza ben piantata e una proposta di valore complessivo – dato che viene fornita di serie con un ampio schermo, portapacchi posteriore, paramani, caricabatterie da 12 V e parabrezza da turismo – che non ha nulla da invidiare a concorrenti come la Honda CB500X. Si potrebbe anche dire che questa moto è una rivale diretta di moto come la V-Strom 650 di Suzuki, la Versys 650 di Kawasaki e la NC750 di Honda; tutte moto con motori più potenti, ma che per il commuting e il turismo di media distanza non sono misurabilmente migliori in nessun modo, a parte la reputazione.
Dal punto di vista estetico, la TRK 502 sembra prendere spunto dalle moto adventure europee di grossa cilindrata, come la Ducati Multistrada e la BMW R 1200 GS. La potenza proviene da un bicilindrico parallelo raffreddato a liquido da 499,6 cc, utilizzato anche nella scrambler Leoncino. È un’unità completamente nuova, con quattro valvole per cilindro, che eroga 47 CV e 45 Nm di coppia. È un motore sorprendentemente forte, soprattutto ai bassi e medi regimi, che sale di giri liberamente, quasi come un quattro cilindri in linea piuttosto che un bicilindrico. La coppia massima arriva a 6.000 giri, la potenza massima a 8.500 giri e il regime di rotazione a 9.000 giri.
In condizioni di guida normali la TRK 502 ha una discreta grinta, con un’accelerazione più che sufficiente per superare il traffico e sfrecciare lungo le strade secondarie. Al motore è abbinato un fluido cambio a sei marce. Ha uno scatto deciso e positivo nella marcia successiva. Il cambio si adatta bene a questo tipo di moto, offrendo una buona spinta e una buona potenza ai bassi regimi, oltre a una forte accelerazione nelle marce più alte.
È un peccato che la posizione dello scarico abbia escluso il montaggio di un cavalletto centrale, che è sempre utile su una moto a catena come la Benelli. Nel complesso, la trasmissione è ben sviluppata, fluida, maneggevole e raffinata. Se si considera il serbatoio da 20 litri, l’autonomia è di circa 400 km, un valore elevato per questa categoria di moto.
In termini di maneggevolezza, il peso della moto la fa sentire ben piantata. La sensazione è quella di una moto di grossa cilindrata e le forcelle anteriori a steli rovesciati e la molla posteriore monoammortizzata si adattano bene a diversi tipi di fondo stradale. Le sospensioni sono forse un po’ rigide, ma hanno un buon senso di controllo, con un beccheggio e un avvallamento minimi in frenata e in accelerazione. Lo smorzamento ben tarato fa sì che, a differenza di alcune moto economiche (la prima cosa a soffrire è sempre la sospensione), la Benelli gestisca bene le curve su fondo sconnesso. Lo sterzo è preciso, in gran parte grazie alla ruota anteriore da 17 pollici e alla leva del manubrio largo. La sospensione posteriore è regolabile nel precarico tramite una chiave a C, mentre non c’è alcuna regolazione sull’anteriore.
Le pinze dei freni sono di marca Benelli, con i doppi dischi da 320 mm all’anteriore che sono il doppio di quelli offerti dalla CB500X, e questo si vede dalla potenza di frenata. Il freno anteriore della Benelli è potente, con arresto con un dito e l’obbligatorio ABS di serie che, a differenza della CB500X, è attivabile e disattivabile tramite un pulsante montato sul manubrio presso il gruppo comandi sinistro. Anche la leva del freno anteriore è regolabile in larghezza (ma purtroppo la leva della frizione non lo è).
La posizione di guida è molto simile a quella delle macchine da avventura di grande cilindrata. Il manubrio affusolato è alto e largo e ricorda una R 1200 GS. I piloti più alti, oltre il metro e ottanta, potrebbero trovare lo spazio per le gambe un po’ ristretto, con la bassa altezza della sella di 800 mm che si traduce in un triangolo leggermente più stretto rispetto alle moto adventure con motore più grande.
Un parabrezza di dimensioni adeguate offre una buona protezione dalle intemperie e dal vento. I paramani sono di serie e, pur non essendo i più robusti, svolgono un lavoro perfettamente accettabile per tenere lontana l’aria fredda dalle mani. Un tocco di classe è il caricabatterie da 12 V di serie, anche se la sua posizione, all’esterno della carenatura in alto a sinistra, è un po’ strana e rischia di bagnarsi in caso di pioggia.
Per quanto riguarda la strumentazione, c’è tutto quello che serve: contagiri e tachimetro di facile lettura, indicatore di marcia (cosa che non c’è sulla CB500X) e informazioni di base sul chilometraggio e sui dettagli del viaggio. È anche bello vedere pneumatici di qualità su una moto economica: la Benelli monta una coppia di Pirelli Angel GT.
In generale la TRK 502 dimostra che il divario tra i marchi affermati e i nomi nuovi o reimmaginati si sta riducendo, se non, in alcuni casi, è stato completamente colmato.
In sostanza la Benelli TRK 502 è una moto solida e valida. È pratica e versatile, si guida bene, e offre un rapporto qualità-prezzo difficile da battere se non sul mercato dell’usato. Per chi vuole qualcosa di solido con cui fare il pendolare o un po’ di turismo a medio ritmo, ha tutti gli ingredienti giusti.
Maggiori informazioni su https://italy.benelli.com/.
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